
Passano gli anni, e ciascuno di noi matura (qualcuno direbbe invecchia) e si trasforma.
Si approfondiscono alcuni studi, si fanno nuove esperienze, si lascia indietro qualcosa, a volte per scelta e a volte per necessità.
E’ successo anche a me, prima nel 2006 e poi, di nuovo, nel 2015.
Nel 2006 ho lasciato un lavoro in azienda che non mi soddisfaceva più, per dedicarmi alla mia passione da sempre: le piante e il giardino.
Ho aperto un vivaio, Albaspina, in cui studiare, esplorare e sviluppare una visione del verde coerente con quella che avevo costruito negli anni, ispirata a trovare o ristabilire l’armonia, l’equilibrio, il contatto con la Natura e a ridurre l’impatto della mia vita.
Le piante sono state scelte e coltivate secondo i criteri che ormai andavano consolidandosi in agricoltura e che ho gradualmente approfondito nel tempo: biologico, biodinamico, sinergico. Tutti termini e tecniche nati per la coltivazione di piante alimentari, ma adattabili anche a quelle ornamentali, perché a me sembrava assurdo scegliere di mangiare biologico e poi spruzzare veleni e usare concimi chimici sulle piante da fiore.
E poi, il grande tema della Permacultura, erroneamente associato a una tecnica di coltivazione, ma in realtà un vero nuovo paradigma per realizzare progetti di abitare umano coerenti con le risorse disponibili.
In parallelo, ho anche studiato il Feng Shui, antichissima arte cinese che cerca di costruire uno spazio abitativo in armonia con l’ambiente e di vero supporto alla salute e al benessere degli abitanti.

Attraverso il Feng Shui ho scoperto la visione cinese del vivere in equilibrio, sempre dinamico perché la trasformazione è la base della Vita.
E poi, nel 2015, motivi familiari mi hanno portato a chiudere l’attività e, successivamente, a tornare a Torino.
Il mio spazio si è ristretto, anche se fortunatamente ho ancora un giardino da manutenere e in cui vivere, ritagliandomi tempi e spazi “verdi” anche in città.
Però, il desiderio di studiare, e condividere i risultati, sempre parziali perché sempre in evoluzione, c’è ancora.
Così ho deciso di riprendere un contatto con il pubblico, offrendo servizi diversi: prodotti e consulenze “virtuali” per aiutare le persone con poca esperienza a sviluppare il loro personalissimo “pollice verde” e affinare la loro visione del proprio spazio verde.
In questo modo, penso di stimolare altri ad approfondire una passione, aggiungendovi alcune componenti più teoriche, anche se sempre filtrate dall’esperienza personale e adattate e rese più semplici e, spero, divertenti.
Perché un giardino, o un terrazzo, non è solo uno spazio da godere, o in cui passare del tempo facendo manutenzione, ma anche e soprattutto un luogo in cui studiare, osservare, sperimentare, ma sempre secondo la regola fondamentale di “sporcarsi le mani di terra”.
La foto è risultato della gentilezza e della pazienza di Simonetta Chiarugi, che ringrazio.